VIDEOSORVEGLIANZA: IL MERCATO DELLA PAURA, PER UNA SOCIETà PARANOICA

“La persona che stai cercando di raggiungere è stata valutata male”

 

Purtroppo questo messaggio non arriva da una puntata di Black Mirror ma dalla Cina, Paese in cui i cittadini vengono costantemente rilevati e monitorati.

 

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COME ABBIAMO GIà VISTO IN QUESTO VIDEO (CHE TI CONSIGLIO DI VEDERE) ESISTE UN GRANDE ORECCHIO : ECHELON.

ABBIAMO UN OCCHIO CHE NON DORME MAI (MITOLOGICAMENTE POTREMMO PARAGONARLO ALLA DIVINITà ARGO PANOPES), SOMMATI CREANO UN’ ENTITà CHE VIENE DEFINITA DITTATURA DIGITALE, UNA DELLE FORME PIù SPIETATE DEL CONTROLLO SOCIALE E INDIVIDUALEE ANCHE PIù INVASIVO MAI CREATO. 

 

è LA MANIFESTAZIONE MALEVOLA DELL’ ONNISCENZA E ONNIPRESENZA DIVINA, CHE POTREBBE RENDERCI LA VITA UN INFERNO CON UN SEMPLICE DITO…

QUESTA è L’ANTEPRIMA DI CIò CHE VEDRAI NEL DOCUMENTARIO COMPLETO

Dalle telecamere di Nizza alla repressione cinese degli uiguri, questa indagine traccia il panorama globale dell’ossessione per la sicurezza, con un’osservazione agghiacciante: il totalitarismo digitale è per domani.

 

 

Oggi, più di 500 milioni di telecamere sul pianeta danno alle autorità la possibilità di monitorarci, quasi ovunque e in qualsiasi momento.

 

Con il pretesto di combattere il terrorismo o la criminalità, le grandi potenze hanno intrapreso una pericolosa corsa alle tecnologie di sorveglianza.

 

D’ora in poi, l’incredibile sviluppo dell’intelligenza artificiale convalida l’idea di uno sguardo totale. Negli Stati Uniti, le forze di polizia utilizzano il riconoscimento facciale per identificare i sospetti.

 

In Cina, le telecamere possono individuare i criminali da dietro, semplicemente camminando.

In Francia, la polizia utilizza telecamere intelligenti che analizzano le emozioni e il comportamento dei passanti.

Segnata dall’attacco con un camion del 14 luglio 2016, che ha provocato 86 morti e avvenuto nonostante le 2.000 telecamere che hanno scansionato la città, Nizza è ora in prima linea nella sperimentazione.

 

Il centro di supervisione e le aree dedicate al riconoscimento facciale sono i cavalli di battaglia del sindaco Christian Estrosi, che vuole fare della sua città una città sicura.

 

Come un virus, l’ideologia di tutta la sicurezza si sta diffondendo come una rivoluzione digitale esponenzialmente potente. Riuscirà a trasformare il nostro mondo in un pianeta abitato da 7 miliardi di sospetti?

Quanta sorveglianza possono sopportare le nostre libertà individuali?

DOCUMENTARIO COMPLETO

SEGUIRANNO SECONDA E TERZA PARTE…

 


È soprannominato il “mercato della paura”, stimato in 40 miliardi di dollari l’anno.

Colossali, la posta in gioco della sorveglianza intelligente stuzzica gli appetiti delle aziende pronte a promuovere il “modello del Grande Fratello” per raccogliere i maggiori profitti.

 

L’indagine internazionale di Sylvain Louvet smonta gli ingranaggi di questa macchina dalle innumerevoli sfaccettature e svela il rapporto incestuoso che si sviluppa tra industriali e autorità pubbliche.

 

In Israele sottolinea i legami tra l’esercito, il Mossad e le start-up tecnologiche, sospettate di testare il riconoscimento facciale ai checkpoint. In Francia si evidenzia l’influenza del settore privato, negli orientamenti scelti dal sindaco di Nizza, Christian Estrosi.

 

Negli Stati Uniti l’indagine dà voce a chi denuncia la fallibilità del software di riconoscimento facciale di Amazon unito alla diffusa registrazione biometrica. Il documentarista è riuscito a indagare anche in Cina, Paese dove l’ossessione per la sicurezza sta per dare vita a una nuova forma di regime: la dittatura 3.0. Arresti “preventivi” arbitrari, istituzione di un sistema di valutazione del cittadino, deposito del DNA e persecuzione sistematica (fino all’apposizione di un QR code sulla porta degli appartamenti) della minoranza musulmana uigura…

 

l’arsenale di repressione sta vivendo un grado di sofisticazione senza precedenti nella storia dell’umanità.

Un campo di Gulag digitale: questa è la visione del futuro tracciata da questo documentario tanto incisivo quanto agghiacciante.

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